mercoledì 25 febbraio 2015

BPA BLOODSTAIN PATTERN ANALYSIS: LA FISICA IN AIUTO ALLE SCIENZE FORENSI





L’esame delle macchie di sangue sulla scena del crimine (BPA) è una disciplina fondamentale nella ricostruzione della dinamica di un reato, in quanto consente di individuare il punto spaziale di origine delle macchie di sangue e, pertanto, la posizione della vittima e del reo al momento della commissione del fatto ed è una delle varie specializzazioni nel campo delle scienze forensi. 

Si tratta di una disciplina criminalistica che studia numerosi fattori delle tracce ematiche: forma, quantità, distribuzione e posizione delle gocce di sangue ritrovate durante un sopralluogo giudiziario.

Nella fattispecie, l’angolo di impatto e la velocità di impatto sono i parametri fisici che, insieme all’attrito dell’aria e alla forza di gravità, permettono di determinare la traiettoria della goccia ematica.


BPA AOI.png

"BPA AOI" di Kevin Maloney - Opera propria
Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.




La BPA è una scienza e, come tale, abbraccia altre scienze, quali la biologia (per l’esame del DNA ricavato dalle macchie), la fisica (per lo studio delle forze in gioco e per la dinamica dei fluidi), la matematica (per la modellizzazione dei vari meccanismi di formazione delle macchie ematiche) e la chimica (per i metodi di rilevazione delle tracce latenti), la statistica e altri metodi di investigazione. 

Dal momento che l’analisi delle macchie di sangue risulta fondamentale ai fini della ricostruzione dell’evento, è necessaria una corretta valutazione e individuazione della distribuzione, della forma e delle dimensioni, nonché l’andamento e la posizione nello spazio.



TIPOLOGIE MORFOLOGICHE DELLE MACCHIE DI SANGUE 

Le tracce di sangue possono avere caratteristiche diverse in base alla movimento di cose o persone mentre il delitto si stava compiendo; alle modalità o all'arma utilizzata per il delitto; alla sequenza del delitto; e numerose altre variabili. 
Possiamo comunque ricondurre le varie tipologie allo schema seguente, che ci può tornare utile come nomenclatura:
· Gocciolatura - piccola quantità di sangue caduta su una superficie per esclusiva o preponderante forza di gravità. Assume la forma di clava o punto esclamativo se cade da un soggetto in movimento.

· Colatura - traccia conseguente alla caduta e al successivo scorrimento del sangue su un substrato inclinato.

· Pozza- traccia di sangue estesa che può trovarsi, completamente o parzialmente, al di sotto del corpo da cui è originata per deflusso.

· Gora-raccolta ematica a forma di lunga e irregolare stria più o meno omogenea che si forma su un substrato inclinato.

· Spruzzi e schizzi- hanno forma di piccole clavi, punti esclamativi, macchioline rotondeggianti o puntiformi. Si producono quando il liquido ematico viene proiettato con forza su un substrato. Gli spruzzi sono costituiti dall’insieme delle tracce, mentre gli schizzi rappresentano le sub-unità più piccole e minute comprese nella traccia stessa.

· Tracce secondarie- o ” trasferite” hanno origine dal successivo trasporto sul substrato sul quale sono rinvenute.


Pur nell’ambito di una stessa tipologia, le tracce possono assumere anche differenti dimensioni e orientamenti spaziali diversi, a seconda della diversa velocità di proiezione del sangue.


Tre possono essere le categorie di impatto


· Impatto a bassa velocità - si realizza per forze esterne applicate con velocità fino ad un massimo di 1,5 m/s. Le tracce ematiche che ne derivano, presentano ampiezza (diametro goccia) pari o superiore a 3 mm. Circostanze: soggetto sanguinante che cammina o corre; tracce che si generano per camminamento sul sangue; tracce derivanti da contatto di oggetti, ovvero mani o piedi imbrattati di sangue su superfici varie.


· Impatto a media velocità - si realizza per forze esterne applicate con velocità comprese tra 1,5 m/s e 7,6 m/s, sebbene anche forze con velocità fino a 30 m/s possono determinare tali tracce. L’ampiezza tipica delle tracce è compresa tra 1 e 3 mm. Queste tracce, che sono le più comuni, possono conseguire a traumi contusivi (colpi di bastone, martelli, mattoni…) o a lesioni da taglio e da punta e taglio.

· Impatto ad alta velocità - si realizza per forze esterne applicate con velocità fino a 30 m/s. L’ampiezza tipica delle tracce così prodotte è minore di 1 mm, sebbene possano prodursi tracce o più grandi o più piccole. Esse possono conseguire a traumi da agente balistico, ad esplosioni oppure a traumi da strumenti animati ad alta velocità. Sono queste tracce più rare.

I colpi d’arma da fuoco generano schizzi proporzionali alla velocità d’impatto del proiettile, che trasferisce tutta la sua energia cinetica ai tessuti. Gli schizzi di sangue si disperdono con una forma conica e si suddividono in forward spatter e back spatter, ovvero spruzzo in avanti e spruzzo indietro.

Il primo è associato al foro di uscita, il sangue infatti segue la forza e la direzione del proiettile per poi disperdersi verso le superfici. Il secondo è, invece, associato al foro d’ingresso del proiettile ed è uno spruzzo causato dai gas che, compressi fra la cute e le ossa, provocano espulsione di materiale biologico dallo stesso foro.

La Bloodstain Pattern Analysis è dunque fondamentale nella ricostruzione della dinamica del reato, in quanto consente di individuare il punto spaziale di origine delle macchie di sangue e, pertanto, la posizione della vittima e del reo al momento della commissione del fatto.

IL CALCOLATORE IN AIUTO ALLE INDAGINI 

La Polizia Scientifica presso l’Unità per l’Analisi dei Crimini Violenti ha anche elaborato, per comodità, un software per la determinazione dell’angolo d’impatto della traiettoria.

Il software, denominato AnTraGos ( acronimo di analisi traiettoria gocce di sangue), è in grado di elaborare i calcoli a partire dai soli dati morfologici e topografici della traccia di sangue.

La BPA in Italia è balzata agli onori delle cronache in occasione del processo contro AnnaMaria Franzoni per l’uccisione del figlioletto Samuele Lorenzi. Sia l’impianto accusatorio, sia il difensivo si sono per lungo tempo concentrati sulle macchie di sangue presenti sul pigiama della donna.

UN PO' DI STORIA


Il padre fondatore della disciplina fu Eduard Piotroswski, assistente dell’Istituto di Medicina Legale di Cracovia che, nel 1895 pubblica un testo dal titolo “Dell’origini, la forma, la direzione e la distribuzione delle macchie di sangue susseguenti alle ferite alla testa causate da corpi contundenti”.

Negli anni ’30 il patologo scozzese John Glaister provò a “leggere” il disegno delle gocce di sangue.

Lo studioso parlò di gocce che cadono su una superficie orizzontale, diverse dagli schizzi che impattano su una superficie distante con un angolo determinato. Si interessò anche alle “pozze” e alle “strisciate” che rivelano come un corpo sia stato spostato o trascinato. Infine, concentrò la sua attenzione ai getti di sangue provenienti da un’arteria recisa ed ai gocciolamenti provenienti da un corpo ferito in movimento.

CONCLUSIONI 

Il sistema BPA, seppur efficiente, non è assolutamente perfetto, dal momento che è previsto un margine di errore. Illustri esponenti della Medicina Legale raccomandano ragionevole prudenza e cautela nell’accogliere i risultati di un’analisi di questo tipo.



http://www.moebiusonline.eu/fuorionda/polizia_scientifica.shtml

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